lunedì 20 luglio 2009

20 luglio 1969......Il mondo che ha visto l'uomo sulla Luna



Niente computer e telefonini ma tv in bianco e nero e mangiadischi. Eventi tragici e grandi aspettative di un'epoca nuova. Come era l'anno dell'Apollo 11

Era una notte d'estate e una bella fetta d'Italia era già in vacanza. Al mare, perlopiù. In tanti scrivono ricordando non soltanto l'evento ma anche «un'Italia più semplice» e la sensazione collettiva di vivere tempi pieni di attese e speranze. Vedere realizzarsi un sogno dell'umanità, raggiungere la Luna, alimentava l'idea di un futuro ricco di possibilità. Non sarà proprio così, ma è facile giudicare dopo.

La colonna sonora dell'estate italiana, in quei giorni di luglio, contribuiva a dare un senso di rassicurante tranquillità. «Lisa dagli occhi blu» di Mario Tessuto era in vetta alla «Hit Parade» scandita Lelio Luttazzi, Massimo Ranieri aveva appena vinto il Cantagiro con «Rose Rosse» davanti ai Camaleonti con «Viso d'angelo», al Lucio Battisti di «Acqua azzurra, acqua chiara» e all'Equipe 84 con«Tutta mia la città». Il brivido del proibito sarebbe arrivato dalla Francia con le parole sussurrate da Serge Gainsburg e Jane Birkin in «Je t'aime... moi non plus». Più in sintonia con il momento la top ten americana, dove un duo meteora, Zager & Evans, dominava le chart con «In the Year 2525», apocalittica canzone sul futuro dell'uomo, del mondo e del cosmo che riusciva a tenersi alle spalle l'hit mondiale di mezza estate, «Honky Tonk Woman» dei Rolling Stones, segnati proprio in quei giorni dal lutto per la morte di Brian Jones.


PRAGA E VIETNAM - Era un mondo che stava cambiando molto e (per la prima volta forse) molto velocemente quello che vide realizzarsi l'utopia della conquista della Luna. Nel «dopo '68» gran parte dell'Occidente era percorso da forti correnti innovative che investivano un po' tutti gli ambiti della vita quotidiana: dalla politica alla cultura, dal cinema alla moda, dalla musica alle vacanze. C'era un desiderio di nuovo e di libertà che tuttavia sfociava anche in tensioni o in gesti tragici, come quello Ian Palach a Praga, in gennaio. Oppure in gesti simbolici, come il «bed in» per la pace di John Lennon e Yoko Ono a Montreal, sempre all'inizio di quell'anno, e la cancellazione dei premi alla rassegna del cinema di Venezia. L'Italia doveva fare i conti anche con le prime bombe che avrebbero segnato a partire proprio dal dicembre di quell'anno, con la strage di piazza Fontana, una stagione di lutti e misteri. E dopo l'estate della conquista dalla Luna, l'«autunno caldo» avrebbe portato scioperi e manifestazioni senza precedenti in Italia. Intanto la guerra in Vietnam continuava e aumentavano le manifestazioni di protesta contro l'intervento Usa e contro il presidente Nixon che, peraltro, quella guerra l'aveva eraditata da Kennedy e Johnson. La protesta più forte nell'ottobre di quell'anno è il National Moratorium, con marce di migliaia dimostranti in varie città americane.


TELEFONO E TV - Rivedendo a distanza il «film» di quell'anno, dunque, serenità e semplicità ricordate dai lettori sembrano sensazioni regalate dalla nostalgia. Ma non è proprio così. La vita quotidiana era davvero più «facile» e «lenta» di oggi perché molte delle cose che ora la caratterizzano, semplicemente, non esistevano. Il telefono, quando c'era, era un oggetto esclusivamente casalingo o d'ufficio, perché ingombrante e, comunque, attaccato a un filo. Fuori casa, era disponibile soltanto nelle cabine e per chiamare servivano i gettoni. Nessuno squillo poteva cercarvi su un tram, al parco, allo stadio, in spiaggia, in auto, al cinema, a scuola. La televisione, in bianco e nero, aveva solo due canali, denominati senza tanti giri di parole «primo» e «secondo». Trasmetteva dal pomeriggio a una certa ora, con la «tv dei ragazzi». La sera si affidava a sceneggiati come «I fratelli Karamazov» e «Nero Wolfe», che comincia proprio in quell'anno una serie fortunata. La musica era ancora in gran parte «mono» sui 45 e 33 giri in vinile, che si ascoltavano con i giradischi o con i «mangiadischi» capaci di rovinare irreparabilmente i solchi dopo due-tre ascolti. Oppure su nastri magnetici, quelli dei registratori a bobine o delle prime musicassette che erano state messe in commercio 3-4 anni prima. In ogni caso le scelte da fare in quasi tutti gli aspetti della vita, erano molte meno di quelle attuali. Così come le possibilità, anche economiche.Il Corriere della Sera che annunciava lo sbarco sulla Luna costava 70 lire, così come il biglietto del tram a Milano e il caffè al bar. Lo stipendio medio di un operaio era di 75mila lire al mese. Con mille lire si cucinava un piatto di spaghetti al pomodoro. E' l'anno della prima vettura Fiat con motore trazione anteriori, la 128 ma i modelli più diffuse sono la 500, la 850 e la 125. Tra le auto straniere, il Maggiolino Volkswagen e la Citroën 2 CV.

TECNOLOGIA - Anche la tecnologia di uso comune allora era semplice: aveva fatto il passo più grande quando i transistor avevano sostituito le valvole permettendo di avere piccole radio da tasca per tutti. Stupisce oggi che un mondo così tecnologicamente «arretrato» sia riuscito a mandare degli uomini sulla Luna. E non una sola volta, ma due, nello stesso anno. In novembre il modulo dell'Apollo 12 scendeva sul suolo lunare, Charles Conrad e Alan Bean diventavano il terzo e quarto uomo a passeggiare sul satellite della Terra. E ad agosto le sonde Mariner 6 e 7 avevano raggiunto Marte inviando foto del Pianeta Rosso. Tutto ciò con mezzi che oggi appaiono quasi artigianali. A bordo della loro navicella Armstrong, Collins e Aldrin avevano computer con meno potenza di calcolo di quella contenuta oggi in un iPhone. Solo due anni prima era stato ideato dalla Ibm il floppy disk ed era stato presentato il brevetto per il mouse. Nel 1969 l'Intel, appena nata, realizzava la combinazione di un processore e di una unità di calcolo (Cpu) e nasceva Arpanet, anticipatrice del Web che oggi connette il mondo. Proprio il programma spaziale della Nasa era stato uno dei motori dello sviluppo e della ricerca a partire dai primi anni Sessanta. E la corsa a superare i russi aveva accelerato progetti, innovazioni e scoperte. Quella che era viaggiava nello spazio con le missioni Apollo era la massima espressione della tecnologia di quel tempo.

NUOVA EPOCA - Tutto questo, e tutto quello che l'Apollo 11 portava con sé nel volo verso la Luna, era il «nuovo» che avrebbe costruito, anni dopo, un mondo diverso. Ma era ancora sconosciuto a chi guardava incredulo i passi di Armstrong e Aldrin sulla Luna. Nessuno poteva immaginare, per esempio, che un computer sarebbe stato, un giorno, un oggetto di uso comune e non uno strumento per scienziati. Allora il «nuovo», in particolare per i più giovani, arrivava soprattutto attraverso i libri, i film, la musica. Si sentiva già finire una stagione, con le registrazioni dei Beatles per «Abbey Road» e «Let It Be» e il concerto sul tetto di Savile Row, ultima apparizione del quartetto prima della separazione. E si avvertiva l'inizio di un'altra epoca musicale, con altri protagonisti, che sarebbe cominciata in agosto a Woodstock. Al cinema si conosceva l'America di strade e «chopper» raccontata in «Easy Rider», quella disperata di «Un uomo da marciapiede» o quella rivisitata da nuovi western come «Il mucchio selvaggio» e« Butch Cassidy». Il primo film di Woody Allen «Prendi i soldi e scappa» rivelava un talento mentre da noi i tempi erano segnati dal «Satyrcon» di Fellini, dalla «Caduta degli dei» di Visconti, dalla Medea di Pasolini e da Alberto Sordi che interpretava un medico della mutua. Un termine che da solo fa capire come sia lontana l'Italia che visse la notte della Luna.

da Corriere della Sera

Una Maserati in mezzo al mare


VIAREGGIO - Dieci anni fa attraversarono l’Atlantico partendo dalle Canarie e dopo 119 giorni di navigazione in auto approdarono in Martinica: 5.000 chilometri su due vetture (una Ford Taunus ed una Passat) imbottite. Questa volta, sono stati bloccati dalla capitaneria di Viareggio perchè solcavano il mare a bordo di una Maserati, trasformata per l'occasione in una vera e propria barca. Protagonisti dell'insolita vicenda, Marco Amoretti e Marcolino De Candia, trentenni della provincia della Spezia con la passione delle avventure. «Volevamo arrivare a Venezia». Sono stati gli stessi Amoretti e De Candia, piuttosto sorpresi dallo stop della capitaneria di porto, a raccontare quale fosse il loro itinerario: «Non è la prima volta che lo facciamo» hanno poi detto ai militari, mostrando vecchi ritagli di giornale dell’avventura del 1999, quando attraversarono l’Atlantico partendo dalle Canarie.

DA BOCCA DI MAGRA A VIAREGGIO - I due erano partiti domenica da Bocca di Magra, nel comune di Ameglia (La Spezia) per raggiungere il porto di Viareggio, quando, in serata, sono stati intercettati da una motovedetta della Capitaneria di Porto allertata da bagnati che credevano che un’auto fosse finita in mare. Alla barca-Maserati, di colore viola sgargiante, i due hanno pure dato un nome, scritto sul cofano posteriore: Miriam. All’arrivo della capitaneria di porto, i due sono apparsi tranquilli e quasi sorpresi della presenza della motovedetta. Ai militari hanno detto che la loro barca era sicura. Passato lo stupore, gli uomini della capitaneria di porto - intervenuti temendo anche che gli occupanti della barca fossero in difficoltà a causa del mare mosso e dell’ora tarda - hanno constatato l’inesistenza sia di documenti che attestassero la conformità del mezzo alle leggi sulla navigazione sia delle minime dotazioni di sicurezza: il natante è stato così scortato nel porto di Viareggio e sequestrato.

GLI AUTONAUTI - I due sono sarzanesi. I loro esperimenti sono basati sull’uso di poliuretano espanso, che fa galleggiare le auto, coperte poi con tende sul tetto. Al tempo della loro prima traversata, avevano raccontato di «essersela spassata un sacco». Li avevano ribattezzati autonauti. C’era poi un aspetto commovente: il padre di Amoretti, Giorgio, era appassionato di imprese estreme e aveva fatto in gioventù cose straordinarie; anche lui aveva navigato su una auto-barca (un Maggiolino) nel Mediterraneo, ma era stato bloccato dalle autorità spagnole. L’uomo, malato di cancro, è morto prima di vedere la fine della traversata atlantica del figlio. Tre anni fa la storia della traversata dell’oceano Atlantico a bordo di auto-zattere era stata raccontata ad Ulisse, il programma di divulgazione scientifica condotto da Alberto Angela su Rai 3. Una sfida fatta senza sponsor e senza soldi. Durante la festa della marineria spezzina, a giugno, i due sarzanesi avevano annunciato la loro nuova impresa: circumnavigare nell’arco di due mesi la penisola italiana a bordo di un’autoanfibia.

Da Corriere della Sera del 20/07/09

sabato 18 luglio 2009

Lo sbadiglio della Tigre


Una tigre del bengala al Dusit Zoo di Bangkok (Ap)
Da Corriere della sera/Immagini