giovedì 26 novembre 2009

Commesso...


Quel commesso è un cane - Ha tanto di uniforme e di targhetta di riconoscimento appuntata al petto. Cody, questo labrador retriever color cioccolato, non è proprio nella posizione che gli è più naturale. Però dà una mano come può all'attività di famiglia, in questa area di servizio con piccolo market di Clearwater, in Florida. Il proprietario, Karim Mansour, ha spiegato che era solito portare con sè Cody per il turno di apertura del negozio e di aver notato come la sua presenza era in grado di mettere di buon umore tutti i clienti, che avevano sempre un occhio e un pensiero per lui. In poco tempo è diventato una celebrità e così Mansour ha pensato bene di dargli un ruolo istituzionale nel negozio, trasformandolo appunto in una sorta di commesso del buon umore. E in questo il suo lavoro Cody lo svolge alla grande (Jima Damaske, St Petersburg Times / Ap)

capodanno 2009

MAX & C.

venerdì 13 novembre 2009

La storica Route 66 cambia rotta



È stata prolungata ufficialmente fino al Santa Monica Pier, 23 chilometri più a ovest, sul mare

The Mother Road, così venne ribattezzata dallo scrittore John Steinbeck la Route 66, ha trovato un nuovo punto d’arrivo. Se originariamente correva da Chicago a Los Angeles, da alcuni giorni è stata prolungata ufficialmente fino al Santa Monica Pier, 23 chilometri più a ovest, sul mare. E fra fanfare, parata di 66 auto d’epoca e polemiche, la nuova tabella (dall’aspetto vintage) è stata scoperta: «Route 66 - End of the trail».

LA STORIA CAMBIA – Per i nostalgici della beat generation la nuova meta è un furto. Il percorso originale, sin dal 1926 (83 anni fa) terminava tra la 7th Street e la Broadway, nel centro di Los Angeles. Dieci anni dopo, il tratto finale venne esteso fra i boulevards Olympic e Lincoln di Santa Monica. «In effetti il mare e le spiagge erano l’attrazione maggiore per i turisti», spiega Glen Duncan, presidente della fondazione California Route 66 Preservation. E in nome del commercio, del turismo e del souvenir, The Mother Road ha cambiato rotta. «Siamo d’accordo – dice Duncan –, il termine spirituale della R66 era il porto di Santa Monica. Ma porre qui la fine ufficiale della strada, confonde sulla sua vera storia».

ANNOSA QUESTIONE - Passatisti e commercianti, insomma, se la raccontano. Il dibattito, in realtà, è aperto da anni tra gli amanti del viaggio on the road. Inaugurata nel 1926 la Highway che taglia l’America da Est a Ovest attraversa otto stati (Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, New Mexico, Arizona e California), per 3.940 chilometri. Tra paesaggi rurali e urbani, atmosfere desertiche e motel improbabili, diventa presto un mito per i viaggiatori. Viene cantata da Nat King Cole e dai Rolling Stones e decantata da Kerouac (in On the road) e da Woody Guthrie. Ora la storia dovrà essere riscritta, anche se da tempo chi affronta un viaggio estenuante sulla R66 si ferma a Santa Monica Pier, con il suo porticciolo vecchio 100 anni.

SCATTA LA FOTO – «Questo è un punto turistico», spiega Jim Conkle, amministratore della Route 66 Alliance, l’organizzazione che ha voluto la nuova insegna. «Non cerchiamo di cambiare il passato, ma stiamo guardando al futuro, stiamo cercando di dare alle persone un posto dove finire il loro viaggio facendo kyte, scattando una bella foto e comprando alcuni souvenir. Alla fine la R66 è fatta di ricordi e di persone che l’hanno percorsa. Chi dice, per esempio, che attraversa otto stati? Io ne conto nove. Uno è lo stato della mente». Non stiamo parlando, insomma, di fatti, ma di un mito. E come tutti i miti va nutrito di dubbi, leggende e misteri.

Ketty Areddia
13 novembre 2009

giovedì 5 novembre 2009

Succede anche questo a Torino !!!




Erano le 11 nel macello situato in zona valletta quando un toro, scaricato da un tir, ha scavalcato la recinzione che separa l'edificio dalla strada ed è fuggito per le campagne intorno. Infuriato ha caricato chiunque gli si parasse davanti, sia gli addetti del macello che alcuni vigili urbani.



Soltanto grazie all'intervento di questi vigili si è evitato il peggio. L'hanno attirato in mezzo ai campi per portarlo lontano dalla zona abitata, e l'hanno circondato in attesa che arrivassero i veterinari dell'Asl per addormentarlo.


martedì 3 novembre 2009

Squalo che sorride ...


L'incredibile scatto di un esperto sub: il predatore ritratto nella stessa espressione del Bruto del film della Pixar


MILANO - Nell'indimenticabile film d'animazione «Alla ricerca di Nemo», lo squalaccio terribile Bruce (Bruto) sorrideva con fare minaccioso dalla locandina. Un sub è riuscito ora a catturare una sequenza quasi identica a quella vista sul grande schermo (GUARDA il confronto tra le due immagini».

INCONTRO RAVVICINATO - L'incredibile scatto è opera di Amos Nachoum, un 59enne esperto dei fondali marini e guida di coraggiosi sub che vogliono vedere da vicino le grosse creature dei mari. L'incontro ravvicinato con il predatore di oltre 4 metri di lunghezza è avvenuto nelle acque vicino alla costa messicana di Guadalupe.

«MAI IN PERICOLO» - La foto ricorda Bruto nel film del 2003 della Pixar/Disney, lo squalo bianco con i suoi 202 denti che fa riunioni di autocoscienza per convincersi che gli altri pesci sono amici e non cibo. Anche se basta l’odore del sangue per farne uscire, ad un certo punto, la sua vera natura. Il sub ha spiegato ai media britannici che «in nessun momento si è sentito in pericolo» e che «questi squali non sono creature così feroci, il pericolo è spesso nelle nostre teste».