venerdì 13 novembre 2009

La storica Route 66 cambia rotta



È stata prolungata ufficialmente fino al Santa Monica Pier, 23 chilometri più a ovest, sul mare

The Mother Road, così venne ribattezzata dallo scrittore John Steinbeck la Route 66, ha trovato un nuovo punto d’arrivo. Se originariamente correva da Chicago a Los Angeles, da alcuni giorni è stata prolungata ufficialmente fino al Santa Monica Pier, 23 chilometri più a ovest, sul mare. E fra fanfare, parata di 66 auto d’epoca e polemiche, la nuova tabella (dall’aspetto vintage) è stata scoperta: «Route 66 - End of the trail».

LA STORIA CAMBIA – Per i nostalgici della beat generation la nuova meta è un furto. Il percorso originale, sin dal 1926 (83 anni fa) terminava tra la 7th Street e la Broadway, nel centro di Los Angeles. Dieci anni dopo, il tratto finale venne esteso fra i boulevards Olympic e Lincoln di Santa Monica. «In effetti il mare e le spiagge erano l’attrazione maggiore per i turisti», spiega Glen Duncan, presidente della fondazione California Route 66 Preservation. E in nome del commercio, del turismo e del souvenir, The Mother Road ha cambiato rotta. «Siamo d’accordo – dice Duncan –, il termine spirituale della R66 era il porto di Santa Monica. Ma porre qui la fine ufficiale della strada, confonde sulla sua vera storia».

ANNOSA QUESTIONE - Passatisti e commercianti, insomma, se la raccontano. Il dibattito, in realtà, è aperto da anni tra gli amanti del viaggio on the road. Inaugurata nel 1926 la Highway che taglia l’America da Est a Ovest attraversa otto stati (Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, New Mexico, Arizona e California), per 3.940 chilometri. Tra paesaggi rurali e urbani, atmosfere desertiche e motel improbabili, diventa presto un mito per i viaggiatori. Viene cantata da Nat King Cole e dai Rolling Stones e decantata da Kerouac (in On the road) e da Woody Guthrie. Ora la storia dovrà essere riscritta, anche se da tempo chi affronta un viaggio estenuante sulla R66 si ferma a Santa Monica Pier, con il suo porticciolo vecchio 100 anni.

SCATTA LA FOTO – «Questo è un punto turistico», spiega Jim Conkle, amministratore della Route 66 Alliance, l’organizzazione che ha voluto la nuova insegna. «Non cerchiamo di cambiare il passato, ma stiamo guardando al futuro, stiamo cercando di dare alle persone un posto dove finire il loro viaggio facendo kyte, scattando una bella foto e comprando alcuni souvenir. Alla fine la R66 è fatta di ricordi e di persone che l’hanno percorsa. Chi dice, per esempio, che attraversa otto stati? Io ne conto nove. Uno è lo stato della mente». Non stiamo parlando, insomma, di fatti, ma di un mito. E come tutti i miti va nutrito di dubbi, leggende e misteri.

Ketty Areddia
13 novembre 2009

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